
28-10-2011 Dalla sua Carnia alle Olimpiadi, dall’Everest al Coni, dal Cio al Parlamento: 166 pagine sono state appena sufficienti per raccontare la vita, tutt’altro che banale, di Manuela Di Centa. “Libera di vincere“, edito da Piemme e già presente nelle librerie, è stato scritto con la collaborazione del giornalista Claudio Calandra, anch’esso carnico di Paluzza.
«Il titolo è nato primo del libro, perché io sono così, devo sentirmi libera di vincere nello sport come nella vita, seguendo l’insegnamento di mio padre – dice la Regina di Lillehammer, come venne ribatezzata dopo i due ori, i due argenti e il bronzo alle Olimpiadi ’94 nello sci di fondo – Solo tre anni fa, sollecitata anche da tante persone, ho capito che era arrivato il momento giusto per andare a rivedere il passato, nonostante io sia sempre stata abituata a guardare avanti, come accaduto nel 1998 dopo l’addio all’agonismo, quando sono ripartita da zero».
La prima parte è naturalmente dedicata alla sua Paluzza, agli allenamenti sugli sci sotto l’occhio vigile di papà Tane, ai primi successi nelle gare zonali e alle inevitabili delusioni. «Noi carnici siamo duri, a volte anche grezzi, con reazioni forti. Le nostre radici sono belle, forti, ingombranti, ma ci consentono di essere ciò che siamo. Per questo ho voluto descrivere quanto sia stata importante la mia terra».
Tanti ricordi, altrettante emozioni nel riviverli. «Scrivere questo libro è stato come andare in analisi per una decina di anni. Ho dovuto immergermi nuovamente nei pensieri, nei sentimenti e nelle emozioni che a lungo avevo chiuso con un lucchetto, essendo molto forti. Parlo non tanto dei momenti felici, quanto di quelli dove ho avuto più difficoltà, con sofferenza, solitudine e i dubbi che una ragazzina inevitabilmente si ritrova ad avere nel suo percorso di vita sportiva e non. In sostanza c’è stato un complicato lavoro di inserimento nella mia intimità».
Un capitolo importante è dedicato a quel magico inverno del 1994, quando il suo sorriso divenne il simbolo di un’intera nazione. «Lillehammer è iniziato quando ero bambina e sognavo di fare qualcosa di bello nello sport. Dopo 20 anni questo sogno si è realizzato. In Norvegia si sono semplicemente concretizzati desiderio e passione per lo sci, elementi che mi hanno consentito di evitare anche chi si metteva sulla mia strada».
E lo sci potrebbe ritrovarla in un altro ruolo, diverso ma comunque importante, visto che spesso il suo nome viene associato alla presidenza della Federsci e le elezioni si terranno nella prossima primavera. «La mia vicinanza agli sport invernali c’è sempre. Se ci sarà bisogno di me, risponderò presente».
di Bruno Tavosanis, dal Gazzettino
Intervista a Manuela Di Centa sabato 29 ottobre alle 12 e alle 19 nel gr “Block Notes” di Radio Studio Nord (anche in streaming su www.rsn.it).
Manuela, inoltre, sarà ospite lunedì 31 ottobre de “La vita in diretta”, in onda dalle 15.15 su Raiuno.



