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1/4- COMBINATA: Alessandro Pittin sorpresa dello sci nazionale
Stagione eccezionale per il talento scuola Us Aldo Moro
Aprile 1, 2009
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1-4-2009 Non corriamo certo il rischio di esagerare o di subire l’accusa di eccessivo "regionalismo" se definiamo Alessandro Pittin la sorpresa più bella della stagione per lo sci italiano. Perché il mondo degli sport invernali nazionale ha scoperto di avere fra le mani un possibile campione in una disciplina, la combinata nordica, che quasi mai negli ultimi decenni aveva visto un azzurro primeggiare. Invece tutti sono rimasti a bocca aperta ammirando le gesta di questo piccolo ma formidabile diciannovenne, cresciuto nell’Us Aldo Moro e da quattro mesi inserito nel Gruppo Sportivo Fiamme Gialle, capace al suo primo vero anno fra i "grandi" di lottare alla pari con i più forti. Se il nono posto conquistato ad inizio gennaio a Schonach, prima volta per lui nei dieci in Coppa del Mondo, poteva apparire un’impresa casuale, le repliche successive non hanno lasciato dubbi sul valore del talentuosissimo ragazzo di Cercivento, capace di conquistare un incredibile sesto posto ai Mondiali Assoluti di Liberec un paio di settimane dopo i due ori ottenuti ai Mondiali Juniores, il secondo dei quali vinto con una facilità disarmante, per gli avversari.
«In effetti ho fatto un buon miglioramento rispetto alla passata stagione – spiega Pittin, tanto grintoso in gara quanto timido davanti ad un microfono o a un taccuino – Vincere due ori ai Mondiali Juniores, riconfermando così il titolo del 2008, è stata una grande soddisfazione. E poi quel sesto posto a Liberec, assolutamente inaspettato, è un buon viatico in vista della stagione olimpica».
– Quella di Vancouver sarà la tua seconda Olimpiade. A Torino fosti il primo in assoluto a gareggiare, pettorale 1 della prova inaugurale nel giorno del tuo diciassettesimo compleanno; una soddisfazione mica male. Adesso però gli obiettivi sono decisamente diversi, vero?
– Sicuramente. Quella del 2006 è stata una bella esperienza, anche se non era arrivato il piazzamento che avrei voluto. Vedremo di rifarci in Canada».
– La parola "medaglia" ti dice qualcosa?
«E’ presto per fare discorso di questo tipo. Di certo stiamo lavorando sodo per Vancouver 2010, ma guardiamo soprattutto a Sochi 2014, perché siamo una squadra giovane e ci presenteremo in Russia con l’esperienza giusta, che ci arriverò anche dall’esperienza del prossimo anno».
– Nel fondo sei sempre stato molto competitivo, ma in questa stagione ha sorpreso soprattutto il tuo rendimento nel salto, tanto da ritenere che potresti partecipare alla Coppa del Mondo anche della singola specialità. A cosa è dovuto questo netto miglioramento?
«Come squadra stiamo crescendo tutti. Premesso questo, nel fondo sono stato sempre abbastanza competitivo, quindi fare meglio non è semplice, anche perchè già nella stagione appena conclusa, in più di un’occasione, ho viaggiato sui ritmi dei più forti. Nel salto, invece, i difetti non mancano, perciò anno dopo anno cerco di eliminarli. Purtroppo non riesco ad essere ancora continuo, alternando buoni salti ad altri decisamente negativi, anche per le condizioni difficili che spesso abbiamo trovato. Ma questa non deve essere una scusante. L’obiettivo primario per la nuova stagione sarà perciò la costanza di rendimento».

di Bruno Tavosanis, dal Gazzettino