
Due storie diverse, due percorsi diversi, due discipline diverse, ma un unico comune denominatore che ha caratterizzato le loro vite: “never give up”, non mollare mai! Stiamo ovviamente parlando di Massimiliano Blardone e di Michela Moioli. Due volti di una stessa medaglia che hanno insegnato che con la grinta, l’abnegazione, la forza di volontà si possono fare grandi cose.
Il primo, ossolano di nasciata, con un trascorso poi allo sci club Radici ha chiuso sabato scorso la propria lunghissima carriera lunga ben 16 anni. Sono state 7 le vittorie, la prima nel 2004, nel circuito di Coppa del Mondo e 25 i podi l’ultimo lo scorso mese di febbraio. 11 anni passati nella top ten internazionale. Indiscusso interprete dello slalom gigante, nonostante fosse nato sportivamente parlando fra i rapid gates vicendo il mondiale junior di specialità, per stile e determinazione. Max Blardone ha regalato emozioni e lacrime in questi suoi 16 anni di attività agonistica. E’ mancato il “graffio” del Blardo a olimpiadi e mondiali è vero: ma la costanza di questo ragazzo ossolano è forse l’esempio migliore per essere ricordato nella storia di questo sport. Blardone a tratti burbero e scontroso, Blardone allegro e disponibile. Anche questi sono i due volti dello sciatore ossolano in questi 16 anni di intensa attività agonistica. Blardone è stato un esempio di determinazione di volontà di carattere. Anche nell’ultima sua apparizione. Non ha voluto fare la classica passerella per salutare il suo pubblico ed il pubblico della Coppa del Mondo. E’ uscito dal cancelletto con la stessa grinta con cui si è affaciato la prima volta. Poi è scoppiata la festa per salutare il miglior gigantista azzurro dopo Tomba e Thoeni.
L’altra faccia della medaglia è invece quella della ricciola tutto cuore e passione Michela Moioli. 20enni di Alzano Lombardo la Moioli si è regalata ed ha regalato all’Italia la vittoria della coppa del mondo di snowboard cross: la prima assoluta in questa disciplina. Cresciuta sportivamente parlando fra le fila dello Scalve Boarder Team e del Comitato FISI Alpi Centrali anche lei è, come Blardone, un esempio di carattare “che non si arrende mai” anche quando le cose vanno male. La Moioli due anni fa stava per accarezzare il sogno di salire sul terzo gradino del podio nella big final delle Olimpiadi di Sochi: poi la caduta. La Moioli non si è arresa, anzi! Questa ragazza sempre sorridente domenica con il quinto posto è salita sul gradino più alto del podio della classifica generale entrando di diritto nella storia di questo sport.
Grazie a Michela e Massimiliano per il loro insegnamento: quel “never give up” che diventerà il life motive di tutti noi
Marco Cerottini
Ufficio stampa Comitato FISI Alpi Centrali



